La scuola è chiusa da ormai 6 settimane a causa del Coronavirus, e da quasi altrettanti giorni siamo reclusi in casa.

Io e mio figlio Ben abbiamo avuto buone giornate, divertenti, allegre ed armoniose. Poi ci sono state le giornate no, quelle piene di capricci, pretese, urla e rabbia. Ad essere sincera Ben non è stato l’unico ad urlare, e neppure l’unico ad avere giornate no. Anche io ho perso la pazienza con lui, non sono stata attenta ai suoi bisogni, e a volte non sono stata neppure disponibile a passare del tempo con lui ed ascoltarlo.

Era quindi arrivato il momento di cambiare qualcosa, il momento di cercare un approccio più olistico nel mio rapporto con Ben, e di ristabilire un’atmosfera rilassata in casa. Così, ho pensato di rispolverare i miei libri di genitorialità, e soprattutto quelli della Dott.sa Karyn Purvis basati su Trust-Based Relational Intervention, TBRI per facilità. 

Cos’e TBRI

La Dott.sa. Purvis diceva “when you connect to the heart of a child, everything is possible”, quando connetti con il cuore di un bambino tutto è possibile, e sosteneva fosse fondamentale capire che dietro ogni cattivo comportamento si nasconde un reale bisogno.

Lo scopo principale di TBRI è di creare una solida connessione emotiva con il bambino, connessione che deve rimane costante anche nel momento in cui il comportamento richiede di essere ripreso e corretto. TBRI fornisce dei modelli genitoriali da seguire per correggere comportamenti scorretti in maniera efficiente e duratura, senza alimentare ulteriori conflitti. 

TBRI utilizza l’acronimo “I.D.E.A.L. response“, risposta ideale, per ricordare i passaggi chiave necessari ad affrontare e re-indirizzare il comportamento del bambino.

Logicamente l’acronimo funziona meglio in inglese, ma eccolo qui:

ImmediatoDirettoEfficientebasato su Azionia Livello del comportamento

Immediato

Una volta che si verifica un comportamento negativo, la risposta del genitore deve essere immediata, idealmente dovrebbe avvenire entro i 5 secondi. E’ importante interrompere il comportamento negativo il prima possibile, con una reazione calma e controllata, perché questo aiuta il bambino a capire e rispondere alle nostre richieste. 

Esempio: non minacciare conseguenze future come “lo dico a papà quando torna e ci pensa lui”, ma piuttosto “vieni che parliamo di quello che è successo”. 

Diretto

E’ importante rivolgersi direttamente al bambino e ottenere la sua completa attenzione prima di affrontare il comportamento negativo. Il consiglio è quello di essere vicini fisicamente, con lo sguardo allo stesso livello. Se possibile, creare una connessione fisica per facilitare una risposta calma e che non incuta paura. E’ fondamentale che nel cercare un contatto fisico non si trattenga il bambino in alcun modo, questo contatto deve essere infatti naturale e reciprocamente voluto.

Prima di comunicare con il bambino, bisogna assicurarsi che in quel momento il suo stato emotivo lo renda in grado di ascoltarti. Quando un bambino è sopraffatto dalla rabbia, per esempio, non è nella condizione di ascoltare, ed è spesso meglio semplicemente aspettare.

Esempio: siediti per terra a gambe incrociate, chiedi a tuo figlio di fare lo stesso, e gentilmente posa la sua mano sulla tua. Poi, inizia a parlargli con un tono dolce.

Efficiente 

Si consiglia di usare frasi brevi, un linguaggio semplice, e di re-indirizzare il comportamento negativo verso uno positivo. 

E’ spesso sufficiente affermare il comportamento sbagliato che ci aspettiamo venga corretto, soprattutto se ricorrente, con un tono calmo, senza giudizio, e poi lasciare una pausa di silenzio. I bambini sono molto spesso consapevoli di quello che fanno di sbagliato, la pausa fornisce loro la possibilità di correggere il loro comportamento senza iniziare un confronto.

Esempio: “ti stai dondolando sulla sedia” – pausa.

Quando possibile, si può offrire al bambino di scegliere tra due opzioni accettabili, o consentirgli di trovare un compromesso. Questo consente al bambino di mantenere un certo controllo nella risoluzione dei problemi, e di migliorare la stima in se stessi.

Esempio: il bambino vuole andare al parco a giocare a calcio in un momento in cui non si può. Il genitore può chiedere: “hai due scelte adesso. Puoi giocare nel corridoio con la palla di spugna, oppure venire a sederti con me e leggere un libro”.

Basato su Azioni

Uno degli obiettivi come genitori è quello di aiutare il bambino ad imparare a chiedere ciò di cui ha bisogno o che desiderano in maniera rispettosa e positiva. A questo scopo, una delle tecniche suggerite è chiedere al bambino di ripetere quanto ha appena fatto ma in maniera appropriata, creando così una memoria motoria e tangibile del comportamento. 

Questa tecnica del “re-do”, del rifare, insegna nuovi comportamenti in maniera pratica e rispettosa. Chiedendo al bambino di rifare qualcosa che ha fatto in maniera sbagliata, mettiamo in evidenza i comportamenti sbagliati in contrapposizione a quelli corretti.

Esempio: il bambino tira giocattoli perché arrabbiato. Il genitore può avvicinarsi al bambino e con voce pacata dire “è OK essere frustrati, ma al posto di tirare i giochi vorrei che tu li raccogliessi da per terra, li posassi gentilmente sul tavolo, e poi provassi a spiegarmi cosa ti ha fatto arrabbiare”.

A Livello del Comportamento

Come genitore, il nostro intervento deve sempre essere mirato al comportamento del bambino, mai a lui come persona. E’ sempre il comportamento che è sbagliato, cattivo o inappropriato, non il bambino. Quello che diciamo non deve essere mai mirato a provocare vergogna o sensi di colpa.

Può essere difficile pensare ai comportamenti come separati dal bambino, ma dobbiamo abituarci a farlo.

Esempio: nostro figlio è aggressivo e in un momento di rabbia ci picchia. Una risposta positiva potrebbe essere “Ti voglio bene e so che sei un bambino gentile, e che sa che non è accettabile fare del male ad altri”.

TBRI: un’approccio genitoriale basato su connsessioni di cuore che produce risultati tangibili.

Conclusione

L’essenza della genitorialità di TBRI è la connessione tra noi e i nostri bambini, e le linea guida di IDEAL ci consentono di correggere comportamenti o scelte sbagliate fatte dai nostri bambini mentre instauriamo con loro una relazione di attaccamento.

Questo stile di genitorialità è semplice da capire concettualmente, ma molto più difficile da seguire in pratica. Vorrei poter dire di avere affinato alla perfezione il mio approccio TBRI perché i risultati sono incredibili, ma anche dopo anni, mi trovo spesso a ricadere in modi più tradizionali di rapportarmi con mio figlio. 

Soprattutto in questo periodo, dopo 50 giorni chiusi in casa, mi accorgo che quando io e mio marito Diego seguiamo i principi di TBRI, otteniamo almeno due risultati rimarchevoli che rendono gli altri aspetti della vita quotidiana più semplici: le reazioni e i comportamenti di Ben non escalano al punto di diventare ingestibili e fuori controllo, e l’atmosfera in casa è armoniosa ed i contrasti, oltre a durare molto poco, sono molto meno intensi.

Vi invito quindi a provare TBRI con i vostri figli, a giudicare i risultati ottenuti, e poi tornare a lasciare un commento per condividere la vostra esperienza.

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NOTA: questi testi sono in lingua inglese.