Benvenuti nella nuova sezione Oggi Ospite.
Sono molto felice di poter pubblicare la straordinaria storia di Lidia, una storia che racconta di perdita e lacrime, ma anche di tanto amore ed una vita felice.
Buona lettura, Laura XX

Chi è la protagonista di Oggi Ospite?

Sono Lidia, ho 38 anni e sono una moglie e mamma felice di una bimba di 2 anni e mezzo. Sono in formazione come mediatrice familiare e ho lavorato per più di 8 anni in una comunità che accoglieva ragazze madri con figli a carico. Quando sono rimasta incinta ho deciso di crescere mia figlia e quindi optare per un’attività lavorativa diversa, ed è per questo che ho scelto di formarmi come mediatrice.

Per cominciare, una citazione

Dobbiamo dire al bambino che siamo i suoi genitori adottivi? Certamente, sì. Se il vostro bambino ha ricevuto il vostro affetto fin dall’infanzia, avete poco da temere.
Alexander Neill da Il Genitore Consapevole, 1966

Lidia racconta la sua storia

La mia vita inizia il 2/8/1981 . Sono stata all’istituto PAI per 5 mesi e dove sono stata cresciuta dalle suore dell’istituto.

Sono figlia di NN, non avevo per cui un cognome e un nome alla nascita, entrambi mi sono stati dati dalle suore. Il nome è sicuramente dovuto al fatto che il 3/8 fosse Santa Lidia, e il cognome era il mio nome letto al contrario.

Sono arrivata a casa dei miei genitori a 5 mesi , dopo però che loro hanno atteso ben 8 anni per potermi adottare. Visite di ogni genere hanno dovuto affrontare e tanto, tantissimo tempo. Avevano rispettivamente 38 anni mia madre e 43 mio padre. Maria e Vincenzo sono i loro nomi, e sono una coppia che fa invidia a tanti per l’amore e la bontà che sempre li ha caratterizzati.

Ho vissuto un’infanzia serena grazie a loro, sono stata amata da tutti, parenti e amici, e sono sempre stata anche io una bimba molto affettuosa. Crescendo , la mia insicurezza nelle relazioni, nonostante il loro amore infinito, si è fatta strada in me. Solo a 27 anni ho “riscoperto” il mio essere adottata per un pettegolezzo di una mamma di una ragazza che avevo al gruppo di azione Cattolica.

Quando dissi ai miei genitori, quel 27 ottobre di ormai 11 anni fa, se fosse vero che ero stata adottata, mi guardarono straniti e vidi piangere mio padre. Quelle lacrime non le scorderò mai! Andammo dagli zii e tutti piansero. Tutti erano uniti in quel dolore che li aveva accomunati per anni.

Oggi ospite: la straordinaria storia di Lidia #adozione

Io lo sapevo di essere stata adottata ma ho rimosso… ho rimosso che alcuni compagni a scuola mi prendessero in giro, e che ne avessi parlato con alcune amiche alle scuole medie. Dopo un percorso di psicoterapia sono riuscita a ricordare che avessi anche messo una foto nel mio diario scolastico (oggi ricordo perfettamente anche la posizione della foto nella pagina), dove sotto avevo scritto: questi sono i miei genitori adottivi.

Oggi lo ricordo quanta insicurezza avevo, per la paura di sentirmi abbandonata da qualcuno. Qualche strascico di insicurezza me lo porto dietro ancora oggi, ma gli studi e il mio lavoro mi hanno resa più sicura e sicuramente consapevole di essere stata amata più di qualsiasi altra persona.

Mi sono confrontata con tanti amici, ho vissuto il loro dolore nel non avere genitori uniti nonostante fossero quelli biologici. C’è molta verità nel dire che chi ti cresce ti ama. Il mio lavoro però mi ha anche insegnato che non tutti siamo capaci di amare perché non tutti siamo stati amati da madri e padri sufficientemente buoni (per parafrasare Winnicott, pediatra e psicoanalista britannico), non per loro volere, ma perché incapaci di amare non avendone a loro volta ricevuto abbastanza.

Con il passare degli anni, più volte mi è stato chiesto, da mia zia soprattutto, se avessi desiderio di conoscere il mio passato. Mia zia ha avuto il contatto della suora che mi ha cresciuta in quei primi mesi e so per certo che la mia mamma naturale (prima non sarei mai riuscita a dire mamma a questa donna) era una ragazzina di 16 anni, figlia di una famiglia di un noto dottore della città. Negli anni ’80 immagino quanto scalpore potesse provocare una notizia così!!!

Oggi non sono arrabbiata, ma il mio percorso personale di crescita, essendo diventata mamma a 36 anni, mi ha fatto vedere e sentire le cose in modo diverso.

I figli dovrebbero crescere in serenità e amore assoluto, ma purtroppo spesso non accade. Ciò non vuol dire che ognuno di noi possa mettersi in discussione continua e cercare il meglio di noi stessi per poter far crescere i nostri figli serenamente.

Lavorando con mamme e figli ho potuto constatare quanta difficoltà e sofferenza abbiano questi minori a volte abbandonati a se stessi. Mi sono sempre augurata che ogni bambino potesse trovare una famiglia come la mia , umile e forte di cuore. È l’augurio che faccio ancora oggi a chi, abbandonato per svariati motivi, dovesse trovarsi a fare i conti con la vita troppo presto.

Conclusione

Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre eternamente costretti a spiegare loro le cose.
Antoine de Saint-Exupéry da Il Piccolo Principe, 1943

Noi adulti abbiamo perso il contatto con la parte più profonda di noi stessi, se riascoltassimo quel bambino che è in noi, capiremmo, forse, di più i nostri bambini.

Contatta Lidia

Se ti è piaciuta la storia di Lidia, puoi farglielo sapere scrivendo un commento alla fine dell’articolo, o condividendo la sua storia su Twitter o Facebook.

Oppure, se preferisci, puoi contattare Lidia attraverso Twitter @lidiahth81